L’esempio dei genitori: il segreto di una sana alimentazione

L’esempio dei genitori: il segreto di una sana alimentazione

Alla ricerca di corrette informazioni sul sito Nutripedia – enciclopedia partecipata per una corretta alimentazione nei primi 1000 giorni di vita del bambino -, mi sono imbattuta in un concetto fondamentale: se desideriamo che i nostri figli mangino in modo salutare, dobbiamo dare l’esempio. Ebbene sì, anche in questo caso il modello di riferimento siamo soltanto noi. E’ inutile, quindi, pretendere che i nostri figli preferiscano una macedonia di frutta fresca se ci facciamo beccare a strafogarci di patatine all’ora dell’aperitivo.

Non dico che dobbiamo rinunciare ai nostri amati sgarri, basta però essere consapevoli che siamo noi i sorvegliati speciali: ogni cosa che diciamo, che facciamo e anche che mangiamo sarà fotografata dai figli e usata contro di noi quando meno ce lo aspettiamo.

Mamma, posso mangiare le patatine?

No tesoro. Sono piene di schifezze.

Ok

silenzio

Mamma

Sì, tesoro?

Ma tu le mangi sempre. Ti ricordi quella volta che eri seduta la bar con il papà ? TI HO VISTO che hai finito tutta la ciotolina di patatine e anche le olive!

A dire il vero io ho sempre cercato di dare il buon esempio ai miei figli sin dalla gravidanza: è fondamentale, infatti, far fare al bambino un’esperienza precoce attraverso i “sapori” dell’alimentazione materna percepiti mediante il liquido amniotico. Questa buona abitudine è bene proseguirla anche in allattamento, in modo che al momento dello svezzamento il bambino sia più predisposto ad accettare gusti nuovi perché non del tutto estranei.

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Purtroppo però, in campo alimentare, devo ammettere di aver in parte fallito: i miei figli sono tutti “neofobici”, ossia rifiutano nuovi frutti o nuove verdure e faticano anche a mangiare quelle che con grande tenacia sono riuscita a far accettare loro. Per l’esattezza tre: zucchine, mais e spinaci.

Per fortuna le buone abitudini si costruiscono oltre che con il buon esempio anche con il tempo. Abbiamo quindi ancora un ampio margine di miglioramento.

Seguendo le linee guida di Nutripedia, ho capito che il rifiuto di assaggiare e mangiare cibi nuovi dipende soprattutto dal fatto che il bambino non vuole modificare le sue certezze. E’ un comportamento innato che si sviluppa a partire dai due anni.

Tuttavia, ciò non significa che non si possa giocare d’anticipo e prevenirlo, oppure “aggiustarlo” magari rinforzando il bambino nel ruolo di protagonista “attivo”, anziché nel ruolo passivo del “devi mangiare la verdura perché ti fa bene”.

Ad esempio uno stratagemma che ho visto funzionare è quello di andare insieme ai miei figli al mercato e ingaggiarli nello scegliere una verdura a testa mai provata (o provata raramente). Il solo fatto di essere loro a “scegliere” li rende più disponibili dopo quando si tratta di mettere in tavola il nuovo alimento e mangiarlo. 

E voi quali trucchi usate per appassionare i vostri figli a mangiare frutta e verdura?

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Post in collaborazione con Nutripedia

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