Da piccola ero inappetente. Quando avevo 4 anni ho rischiato di finire in ospedale perché non mangiavo niente. Penso che mia madre – mi metto ora nei suoi panni – se avesse potuto ingozzarmi con un imbuto, lo avrebbe fatto.
Il medico di famiglia diede un ultimatum: “se la bambina non mangia entro questa sera, la ricoveriamo.”
E poi disse a mia madre: “Signora, basta che riesca a farle mangiare anche uno yogurt”.
In realtà fu mia nonna che riuscì nell’ardua impresa di farmi mangiare quel vasetto di yogurt, divenuto il simbolo della mia salvezza. Da quel giorno ho iniziato a mangiare.
Non c’è stata occasione, negli anni a seguire, in cui questa storia non mi sia stata raccontata da mia nonna con orgoglio e soddisfazione. Purtroppo é venuta a mancare prima che potessi renderla nonna bis e non ha avuto la possibilità di ripetere questa sua memorabile performance anche con i suoi nipoti, inappetenti più o meno come lo ero io.
Noi mamme lo sappiamo che i nostri figli, anche se non mangiano, non rischiano di morire di fame. Eppure, quando ci troviamo davanti al loro piatto ancora pieno, l’ansia sale. Per fortuna, grazie al mio lavoro, ho l’opportunità di partecipare a eventi nei quali ascoltare esperti del mondo dell’infanzia.
Sabato scorso, ad esempio, in occasione del 35esimo compleanno della mucca fruttolosa più famosa della mia infanzia, si è parlato di alimentazione insieme al Dottor Donegani. L’esperto di educazione alimentare e scienza dell’alimentazione, ha rassicurato le mamme che, come me, si preoccupano se i figli non mangiano.
Il dottore ha consigliato di non fissarci sul fatto che i nostri figli puliscano tutto il piatto, perché è un problema nostro. I nostri figli, infatti, sanno autoregolarsi. Se proprio ci fa stare male che non finiscono il piatto, il dottore ci ha suggerito di utilizzare un piatto più piccolo per servire il pasto ai nostri figli.
Durante l’incontro il dottor Donegani ha ribadito anche l’importanza della regola dei 5 pasti: colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena.
La colazione e la merenda sono ovviamente due pasti importanti, ma è bene fare attenzione alle kcal che ognuno di questi porta con sè. Se pranzo e cena apportano il 70% dell’energia e dei nutrienti giornalieri, infatti, il restante 30% deve essere suddiviso tra:
Benché numericamente la percentuale attribuita alla merenda nel prospetto qui sopra sia bassa, in realtà assieme alla colazione riveste un ruolo chiave per almeno 3 motivi essenziali:
Non c’è una merenda valida sempre e per tutti, e credo che abbia importanza anche il variare spesso gli alimenti che proponiamo loro. Io cerco di offrire diverse scelte alimentari, ma loro vanno a periodi e a “passioni del momento” da cui è difficile distoglierli. Per fortuna una costante che resta è la frutta: direttamente dentro alla yogurt, oppure semplice macedonia. Non nego che ci siano stati anche periodi di pane e cioccolato o pane e miele, ma sono durati poco.
In estate inevitabile diventa il gelato che cerco comunque di non dar loro più di due volte a settimana.
Alla fine dell’interessante intervento del dott. Donegani, noi mamme siamo state invitate a raggiungere i nostri figli – che erano stati impegnati fino a quel momento in laboratori creativi all’insegna dall’arte e della creatività – per fare merenda insieme. In questa occasione abbiamo potuto assaggiare il famoso Frùttolo nella nuova ricetta 100% naturale con aggiunta di vitamina D.
I prodotti per la merenda sono spesso demonizzati per l’apporto eccessivo di zuccheri.
I prodotti per la merenda sono spesso demonizzati per l’apporto eccessivo di zuccheri, Frùttolo in questi 10 anni ha ridotto gli zuccheri di ben il 30%. Inoltre è senza coloranti e privo di aromi artificiali.
A titolo esemplificativo vi ricordo che l’assunzione di grassi saturi per un bambino di 4-6 anni non dovrebbe superare i 16 -18 g/giorno. Così come l’assunzione di zuccheri totali per un bambino di 4-6 anni non dovrebbe superare i 55-61 g/giorno, rispettivamente.
Frùttolo, da questo punto di vista, ha un giusto valore energetico di 100 kcal e apporta quindi il 15% circa della quantità massima consigliata di grassi saturi. Un quantitativo che, come ci ha rassicurato il dott. Donegani, rappresenta un ottimo compromesso tra il piacere di mangiare qualcosa di buono e l’immettere nel nostro corpo delle sostanze sane e nutritive.
post in collaborazione con Frùttolo