La prima a parlarmi del libro “Litigare fa bene”, di Daniele Novara, è stata Monica, una delle mie più care amiche fin da quando non condividevamo le gioie e i dolori della maternità (i nostri figli hanno solo 4 mesi di differenza e si chiamano “migliore amico”), ma serate cucinando risotto alle fragole, parlando di tutto fino a svenire vinte dal sonno, dall’alcol e dal troppo parlare.
Una delle cose che più mi ha colpito di questo libro è il fatto che l’autore, con la sua attenta ricerca, rompa un tabù storico: per i bambini i litigi sono salutari. Litigare fa bene, cioè aiuta a crescere, non solo, è anche possibile “imparare a litigare!”.
1) Per cambiare il nostro atteggiamento mentale soprattutto davanti ai litigi dei nostri figli: solitamente quando i bambini litigano abbiamo la tendenza a giudicare e punire, cosa che non solo serve a ben poco, ma anche tendenzialmente snerva e logora noi genitori.
In realtà l’alternativa alle punizioni sono regole educative chiare. Chiare, ovviamente, prima di tutto ai genitori che devono decidere di regolamentare in maniera concorde i propri figli altrimenti tutto è vano.
Creando regole precise che si ripetono, i figli si abituano a seguire determinate procedure e questo dà loro sicurezza e serenità.
2) Il conflitto può essere gestito solo una volta che emerge. Abbiamo un impulso naturale a bloccare il conflitto non appena si affaccia tra i nostri figli. Tuttavia, questo atteggiamento, solo sul breve periodo stabilisce una calma e un apparente equilibrio. E’, infatti, solo facendo emergere alla luce il conflitto che si può capire come gestirlo: dapprima sotto la supervisione di un adulto, ma gradualmente lasciando che siano i bambini stessi in autonomia a trovare un modo creativo per andare oltre il conflitto, invece che metterlo a tacere. Perchè litigare non solo è nella natura dei bimbi ma qualcosa che riescono a gestire in maniera efficace autonomamente. Il ché non significa avvallare la violenza, che va condannata in maniera ferma, ma fare emergere il conflitto per imparare a gestirlo.
La tesi sostenuta dall’autore in questo senso è molto interessante: “il conflitto, il litigio tra bambini è l’antidoto principale alla violenza, non la sua origine. La possibilità per i bambini di vivere e interagire con i propri coetanei in situazioni di oppositività e difficoltà è preziosa per imparare strategie di interazione e controllo alternative alla violenza”.
3) Se ti sostituisci a loro, finiscono per non imparare. Applicando questo metodo il genitore ha l’importante vantaggio di chiamarsi fuori dai continui litigi. Inoltre, mettere i nostri figli davanti alla necessità di cavarsela da soli per trovare un accordo in autonomia, non solo è un grande stimolo alla fantasia e alla creatività, ma insegna loro anche a capire che nella vita ci sono punti di vista differenti e, soprattutto, a rispettarli.
Nella sezione LIBRI IN PRATICA trovate anche un approfondimento sul metodo dei 4 passi da utilizzare nella “pratica quotidiana” con i vostri figli estrapolati dalla lettura di questo libro. Buona lettura!
Qui sotto il mio video con riassunto il metodo dei 4 passi
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