Domenica scorsa alle 9,30, mio marito mi comunica (o meglio, mi ricorda ma io avevo rimosso l’info) che lui non ci sarebbe stato fino almeno all’ora di pranzo perché era relatore a un convegno. Panico: questo si traduceva nell’avere innanzi a me una interminabile mattina con Giacomo e Mattia.
Ore 9,40 mi cade l’occhio su un depliant abbandonato sulla scrivania “kids – HANGAR BICOCCA”. Lo apro e quasi mi commuovo: c’era scritto che quella stessa mattina ci sarebbe stato un laboratorio per bambini dai 4 ai 6 anni della durata di 90 minuti. C’erano scritte anche tante altre belle cose su quello che avrebbero fatto e visitato, ma ad essere sincera la mia attenzione è stata catturata dalla durata del laboratorio: 90′ lunghi minuti… un vero affare! Ed è stato in quell’istante di gioia che ho realizzato che la mia corsa contro il tempo per lavarli, vestirli, e prepararmi fosse appena iniziata. Avevo solo un’ora per fare tutto e uscire. Un’impresa. Alla fine ce l’ho fatta, lasciandomi però alle spalle una casa che non ti ritrovi nemmeno dopo una festa di compleanno con 30 bambini.
Arrivati all’Hangar ho lasciato Giacomo al laboratorio creativo nelle mani di due simpatiche (e vispe) educatrici. Così io ho potuto visitare la mostra (per altro gratuita) insieme a Mattia, che mi ha tenuto per mano per tutto il percorso mostrando un’autodisciplina così impeccabile da farmi quasi dubitare di essere sua madre.
Sarà forse perchè la prima opera in cui ci siamo imbattuti erano inaspettatamente due seni giganti di cartapesta, appesi a mezz’aria e che lui, così devoto al mio seno da sempre, è rimasto ad osservare in sacrale silenzio.
E’ stato molto divertente chiedergli se avesse riconosciuto “il soggetto” in questione e, ovviamente, non ha esitato neppure un istante. Procedendo per la mostra abbiano incontrato altri seni, di ceramica questa volta e disposti attorno a un finto pozzo, una tazza a forma di labbra e un video un po’ equivoco, la cui allusività a un amplesso raccontato attraverso la metafora di fiori impollinati, sicuramente non è stato colto da Mattia, che è quindi rimasto rapito solo dai colori vivaci dei fiori.
Finita la mostra siamo tornati da Giacomo, intento a finire un bellissimo lavoretto che ha intitolato la “stella cometa” realizzato con stoffe, carta d’oro e d’argento, e materiali vari di riciclo alcuni dei quali si illuminavano al buio. Era così entusiasta del suo operato che non se ne voleva più andare e allora ci siamo fermati a fare qualche disegno. Lo spazio kids all’Hangar Bicocca è davvero ben attrezzato con comodi e colorati divanetti, libreria e tavolo con fogli e pennarelli.
E’ stata davvero una mattinata di quelle riuscite e il bello è che non l’avevo assolutamente organizzata con anticipo e nonostante questo è stato tutto perfetto. Da non crederci! Giacomo si è divertito con bambini della sua età, e ha anche visitato le famose torri di Kiefer, opera permanente all’Hangar. Io, invece, ho avuto una tregua di pace dai loro perenni litigi e ho pure potuto ritagliarmi uno spazio da dedicare unicamente a Mattia. Dal canto suo Mattia ha talmente apprezzato questo nostro momento di condivisione all’insegna dell’arte che, prima di entrare nell’area kids per “ritirare” suo fratello, mi ha guardato speranzoso chiedendomi:”Mamma, Giacomo lo lasciamo qui?”.
Questo week end all’Hangar Bicocca sono in programma altri laboratori, il costo è di 6 euro a bambino e le attività le trovate qui, vi consiglio di darci un occhio 😉
Prima di uscire al bookshop dell’Hangar siamo stati rapiti da questo libretto “Un minuto” (c’è anche la versione in inglese “One minute”) che racconta tutto quello che può succedere o non succedere in un minuto. L’ho comprato perché ho trovato molto intelligente l’idea dell’autore: insegnare che il tempo è relativo e molto dipende da come lo si occupa. Un minuto può essere infatti corto se stiamo facendo qualcosa di divertente o lunghissimo se qualcosa non ci va…
Oppure può succedere qualcosa o non succedere….