La parola “creatività” mi ha sempre messo in difficoltà. Di sicuro mi ricordo che ai tempi della scuola, fino almeno ai 10 anni, ci ho fatto i conti direttamente. Mio padre era un Art -Director, ossia un “creativo”, mia madre era una grafica, e lavoravano insieme nel campo della pubblicità.
Capita a tutti che prima o poi a scuola ti chiedano: ma i tuoi genitori che lavoro fanno?
Avrei tanto voluto rispondere cose semplici e da tutti conosciute, così come rispondevano i miei compagni: l’impiegato, il direttore, l’insegnante, il dottore, la casalinga e via dicendo.
Eh no, a me era toccato il “creativo”. Se lo dicevo agli insegnanti potevano comprenderlo, per i miei coetanei invece era un lavoro “incomprensibile”.
Una volta, addirittura, pur di evitare le solite facce interrogative, avevo spudoratamente mentito dicendo che mio padre lavorava in banca.
Verso le medie avevo preso i miei genitori da parte e avevo detto loro: adesso mi spiegate che lavoro fate.
Da quel giorno le cose mi sono state più chiare, e ho iniziato anche ad andare fiera del lavoro dei miei genitori, con la convinzione però che io nella vita non l’avrei mai voluta fare “la creativa”, perché i creativi lavoravano troppo e sempre.
Che cosa significa essere creativi?
Già all’epoca mi era chiaro che la creatività non fosse solo una “scienza infusa” o una dote innata che ti resta cucita addosso tutta la vita: la creatività va alimentata, esercitata, ce la si “guadagna” giorno dopo giorno imparando un atteggiamento curioso e assetato di conoscenza.
La creatività infatti non si autoalimenta, ma trae il suo nutrimento dal mondo esterno.
Ad esempio l’immaginazione, che è alla base della creatività, ha strettamente a che fare con l’osservazione della realtà, dalla quale non può essere slegata.
Il pittore – scrive Osho – non dipinge qualcosa che ha solo immaginato, ma qualcosa che ha conosciuto o vissuto.
Davanti quindi al dilemma “creativi si nasce o si diventa” penso non ci sia una risposta univoca.
Sempre Osho, a proposito della creatività, scrive: tutti i bambini, nati in qualsiasi punto del pianeta, sono creativi; ma la società non permette che vivano la loro creatività. Ciascun essere umano nasce creativo ma pochissimi lo rimangano, perché la creatività richiede libertà, libertà dalla mente, libertà dal sapere, libertà dai pregiudizi.
Se non viene annaffiata e alimentata la creatività si spegne, muore come una piantina non curata e bagnata regolarmente. La creatività è ciò che ci rende vivi, vitali, entusiasti, appassionati e curiosi.
La creatività è un’attitudine, un approccio interiore, un’apertura mentale che permette di vedere la realtà esterna da più angolature. Essere creativi significa vedere il mondo con fantasia e immaginazione, la creatività non è convenzionale né scontata, la creatività sorprende e stupisce.
Gli artisti solitamente sono dei creativi perché offrono una personale e originale interpretazione del mondo. Ed in effetti creatività è anche la capacità di saper vedere gli oggetti del quotidiano in modo nuovo e inaspettato. Picasso, artista indubbiamente creativo, un giorno prese il sellino di una bici e un manubrio e lo trasformò in quella che divenne una sua celebre opera dal titolo “testa di toro”.
Spesso la creatività è quindi una cosa (apparentemente) molto semplice: saper vedere meglio, da un’altra prospettiva, quello che gli altri, imprigionati in una univoca visione del reale, non sono abituati a vedere.
Essere creativi richiede dunque un “esercizio” mentale: bisogna abituare la mente a leggere il mondo oltre le apparenze e da tutte le angolature possibili.
Il contesto in cui si nasce può cambiare le carte in tavola?
Di sicuro essere educati al gusto, alle cose belle, visitare mostre, avere l’opportunità di arricchire spirito e mente viaggiando o semplicemente curiosando nella varietà del mondo leggendo libri, facilita la possibilità di sviluppare e coltivare la nostra innata creatività.
Ci sono comunque piccole accortezze che nel nostro piccolo possiamo fare per aiutare i nostri figli a non perdere quello slancio “creativo” che è in loro per il semplice fatto di essere bambini.
1) Favorite il gioco libero.
Come per gli artisti, essere creativi significa utilizzare un gioco anche in un modo per il quale non è stato progettato. Oppure, utilizzare un oggetto di uso comune in modo non-convenzionale, trasformandolo in un “gioco”.
Il gioco libero permette, infatti, di dare sfogo all’inventiva del bambino. La fantasia scorre libera e per creare situazioni di gioco non servono spade fluorescenti, costumi elaborati o giochi preconfezionati (e costosi). Un qualsiasi oggetto di uso comune, come ad esempio una molletta da bucato o un fermaglio per i capelli, nelle mani di un bambino, può trasformarsi in un feroce predatore e tenerli impegnati a lungo.
2) Lasciategli il tempo di annoiarsi.
Non è necessario impegnare la giornata dei nostri bambini in 1000 attività per stimolarli e incentivarli. A volte può essere salutare e stimolante non organizzare nulla di preciso e lasciare spazio al “caso”, mettendo in conto la temuta “noia”.
Anche perché a ben vedere la noia è benzina: permette ai nostri figli di ascoltarsi e inventarsi autonomamente una “soluzione” per distrarsi e impegnarsi in qualcosa che li diverta di più.
3) Avvicinatelo e abituatelo all’arte.
L’arte è un alimento indispensabile per la creatività. Quindi non solo può aiutare portarlo a visitare mostre e musei sin da piccolissimo (leggi anche i due articoli “Arte contemporanea a misura di bambino” e “Mostre e bambini: 3 strategie per apprezzarle“), ma anche invitarlo a disegnare, costruire, colorare, incollare e ritagliare.
In generale sono da favorire tutte quelle attività che richiedono l’uso di entrambe le mani e che quindi favoriscono lo sviluppo sia della coordinazione bimanuale sia della coordinazione motoria (disegnare forme e ritagliare richiede precisione).
Durante le attività artistiche e pittoriche i bambini sono indubbiamente stimolati anche a sperimentare diverse soluzioni per arrivare allo stesso risultato. Questa è una buona pratica per la loro capacità futura di “problem solving”.
Non solo, le attività manuali permettono al bambino di esprimere ciò che ha interiorizzato rispetto a se stesso e alla realtà circostante.
Infine, attraverso la manipolazione di materiali diversi (si pensi al banale das che è prima una pasta morbida e modellabile e poi, all’aria, si secca) il bambino ha modo di assistere alla trasformazione di qualcosa di famigliare in forme nuove e impreviste. Questa possibilità di creare “altro” stimola indubbiamente la creatività.
4) Incentivate il contatto con la natura.
Anche se vivete in città, perché mai rinunciare alla bellezza della natura? Rappresenta un’ottima opportunità di apprendimento, e andrebbe sfruttata non appena se ne ha occasione.
A questo proposito leggi anche (8 suggerimenti per crescere a contatto con la natura)
La natura e le sue incredibili meraviglie offrono uno stimolo importante a una crescita sana dei nostri figli e influiscono sulle capacità creative dell’uomo.
Un gruppo di ricercatori delle Università dello Utah e del Kansas si è impegnato in una ricerca (pubblicata su PlosOne): i risultati rivelano che chi si immerge nella natura lasciando da parte cellulari, computer, smatphone e tablet ha una capacità di pensiero creativo superiore del 50% rispetto agli altri
«L’esposizione all’ambiente naturale sembra avere un impatto sulla corteccia cerebrale pre-frontale la cui attività è associata alla creatività e al multitasking» hanno sottolineato i ricercatori americani.
Se quindi c’è speranza di recuperare la creatività perduta anche per noi adulti grazie al contatto con la natura, è chiaro che la natura sia “un potente” incentivo allo sviluppo di fantasia e immaginazione anche per i nostri figli.
5) Stimolate la sua immaginazione, senza giudicarlo
Essere creativi non significa riprodurre una copia fedele dell’esistente, ma interpretarla a modo proprio. Ecco perché è bene, ad esempio nel gioco delle costruzioni, lasciare il bambino libero di inventare forme nuove, anche inesistenti.
Allo stesso modo, le fiabe classiche raccontano i destini del mondo, come diceva Italo Calvino, offrendo una visione del reale da un altro punto di vista: quello della libertà e dell’immaginazione.
Leggere favole note e inventarsi anche finali diversi (vedi anche l’articolo 5 suggerimenti per come leggere ai vostri figli) è un altro modo per stimolare l’immaginazione.
Mentre i nostri figli sperimentano e inventano, è bene sempre fare un passo indietro e astenerci dal giudicare quello che stanno facendo.
Dobbiamo arrenderci all’evidenza che il cervello di un adulto è stereotipato e dominato dalla razionalità. Evitiamo quindi di limitare la spregiudicata fantasia dei nostri figli preoccupandoci di informarli che, per fare un esempio, le case non volano e non possono essere color arcobaleno. Non giudichiamo le loro creazioni, libere associazioni e invenzioni anche solo ricordando loro che la realtà è diversa da come l’hanno voluta immaginare.
Lasciamo correre, complimentiamoci per la fantasia e, anziché redarguirlo con uno scontato “ma le case non volano”, proviamo ad assecondarlo: “che bella una casa arcobaleno che vola, ma dentro ci si può anche mangiare?”
Alla luce dei suggerimenti sopraelencati per aiutare i nostri figli a sviluppare la propria creatività, ho pensato di ideare un nuovo format video.
“Creativi si diventa” – questo sarà il suo nome – proporrà laboratori creativi ispirati a quegli albi illustrati che io e i miei figli abbiamo amato di più.
L’intento, da una parte, è di offrire spunti, idee e nuovi stimoli a tutti coloro che trascorrono il tempo con i bambini, siano genitori, nonni, educatori, o insegnanti.
Dall’altra, invece, questi video-laboratori vogliono facilitare il libero sfogo, crescita ed espressione della creatività dei bambini, attraverso la rivisitazione, in “chiave artistica”, delle loro letture preferite.
La scelta di ispirarmi esclusivamente ai libri nasce anche dal desiderio di avvicinare i bambini (anche i meno abituati) alla lettura in modo divertente e, ovviamente, creativo.
Ps. ovviamente, il sesto suggerimento per crescere bambini creativi è seguire i miei laboratori artistici 😉