La prima bambola non si scorda mai

Della mia infanzia non mi è rimasto granché, se non i bei ricordi.

In questo ultimo trasloco ho eliminato quel disegno di quando ero piccola, quel pupazzo sgualcito che nessuno dei miei figli ha mai voluto, quel golfino rosso di lana ruvida che non è mai stato a Elisa e per il quale, però, avevo sempre trovato un posto nell’armadio.
Tra uno scatolone e l’altro, ho deciso che era arrivato il momento di separarmi da quegli oggetti per i quali nella casa nuova non avrei avuto più spazio. 

E così ho iniziato ad accumularli in due diversi sacchi: quello delle cose da eliminare e quello delle cose da regalare.

Verso metà mattina i contenitori erano già stracolmi di roba. Ora di sera, tuttavia, erano dimezzati. Infatti, nei miei vari avanti e indietro, ci ripensavo e tornavo a “salvare” qualcosa e ficcarlo in un qualsiasi scatolone diretto alla casa nuova.

Un giorno ho deciso che anche Elisabetta, la mia storica bambola dagli occhi blu che si aprono e chiudono, sarebbe finita in uno dei due sacchi. 

La mattina del trasloco mi è caduto l’occhio sulla sua manina di plastica dura chiusa a pugnetto che usciva dal manico del sacchetto. Mi sono fermata a osservarla e all’improvviso l’ho rivista con gli occhi di me bambina quando stringevo la sua manina.

In quello stesso istante uno dei traslocatori mi ha chiesto se quel sacchetto fosse diretto in discarica o a “casa”. Con un’agile mossa ho estratto Elisabetta e l’ho gettata in salvo in uno scatolone.

Elisabetta è ancora qui con noi, chiusa nel mio armadio. Non penso che la darò a Elisa perché non ha più le ciglia, un occhio non si chiude e il suo corpo di stoffa è tutto macchiato perché mi ostinavo a lavarla sebbene non fosse fatta per essere immersa ripetutamente nell’acqua.

Una settimana fa hanno regalato a Elisa il nuovo Cicciobello Bebè Bagnetto, piccolino, con il corpo soffice e morbido e soprattutto fatto per essere bagnato, anzi, scanso equivoci, sulla sua tutina c’è il disegno di una vaschetta con la schiuma.

I suoi occhi sono azzurri, proprio come quelli di Elisabetta, ma hanno tutte le ciglia. 

Quando lo abbiamo aperto  il mio entusiasmo è stato contagioso. Nonostante i soli 13 mesi di Elisa, se le dico: Dov’è il tuo cicciobello? Lei si illumina e corre a prenderlo felice.

Le piace tantissimo mettergli le dita negli occhi. E’ rimasta affascinata da questi occhioni azzurri che si aprono se sta seduto e si chiudono se in posizione supina. 

Ci sono bambolotti che restano nel cuore perché ci mettono in contatto con la nostra parte accudente. Almeno, per me è stato così perché Elisabetta è stata la prima a mettermi alla prova come mamma.

Ed è stato anche grazie a lei che non ho mai messo in dubbio che nella vita, presto o tardi, sarei diventata mamma.

 

Post in collaborazione con Giochi preziosi

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