Un bambino che cresce entro limiti coerenti può sentirsi nervoso o frustrato e qualche volta farà i capricci.
Tuttavia, condivido molto questa affermazione: “limiti giusti sono come un paio di braccia protettive attorno alle sue spalle: lo rassicurate sul fatto che c’è chi lo ama tanto da essere capace di dirgli di “no” (Penney Hames – I bambini non fanno mai i capricci).
Infatti, da quando sono mamma, una delle maggiori difficoltà che incontro è proprio quella di dover dire molto spesso di “no” ai miei figli. Ci sono giorni in cui passo dal banale “no” alla caramella prima di cena, al “no” adesso niente tv, al “no” questo non puoi metterlo perché è da lavare, al “no” non puoi attraversare la strada da solo. Si tratta di “no” di diversa importanza, ma è pur vero che agli occhi dei nostri bambini suonano tutti allo stesso modo: come una costrizione, una limitazione, talvolta persino una mancanza di fiducia nei loro confronti e le conseguenze, spesso, sono di complessa gestione per noi genitori.
Però, se la nostra paura di limitarli troppo ci impedisce di fissare delle “asticelle” al loro comportamento, diventeranno dei piccoli tiranni, pronti a mettere continuamente alla prova la nostra pazienza.
Infatti, da quando sono madre, sarei disposta ad aprire un mutuo per comprare “pazienza” extra, se fosse solo in vendita…
E’ indubbio che i bambini hanno anche un sesto senso che va proprio a punzecchiarci laddove siamo più deboli. Ad esempio il mio tallone d’Achille è l’alimentazione, e il timore che non si nutrano a sufficienza. Quindi, quando i miei figli non mangiano, pur di vederli mangiare, sono pronta a sovvertire in una sola occasione tutte le regole della “tavola” scendendo a compromessi ridicoli e diseducativi. In quei momenti mi hanno in pugno e il problema è che loro ne sono anche molto consapevoli.
Tuttavia, i limiti fanno parte della vita del bambino fin dalla nascita, solo nel ventre materno il neonato non conosce limiti di alcun tipo perché si sente un tutt’uno con la mamma.
Alcuni studiosi sostengono che forse sia proprio questa beatitudine sperimentata nel ventre materno che poi, da adulti, ci rende più difficile l’accettare le regole.
Leggendo diversi libri, ho scoperto che ci sono tanti modi per far rispettare i limiti, alcuni portano inevitabilmente al conflitto, altri, invece, li prevengono. In ogni caso i limiti possono favorire lo sviluppo intellettivo ed emotivo del bambino.
N.B. Sull’importanza di porre dei limiti chiari, ne avevo già parlato in questo articolo.
Nel libro “il cervello dei bambini spiegato ai genitori” vengono esplicitate le “7 regole d’oro per porre limiti con successo” in modo che il bambino li capisca, li interiorizzi evitando così “traumi”.
Se poni un limite la prima volta che noti un comportamento che non ti piace o non ritieni appropriato, eviterai che si stabilisca una prima connessione negativa nel cervello del bambino e quindi ti risparmierai molto lavoro in futuro evitando il ripetersi del comportamento negativo.
Quando vedi tuo figlio fare qualcosa che consideri pericoloso o che non è giusto fare, cerca di frenarlo prima che succeda. Proprio come nella regola precedente, evitare un comportamento indesiderato prima che si verifichi può risultare molto più efficace rispetto al correggerlo venti volte quando ormai ha preso l’abitudine.
Il fatto di riuscire a dissuadere un bambino da un comportamento sbagliato non significa che non ci riproverà. I bambini sono curiosi e perseveranti per natura. La chiave per far rispettare i limiti è che siano chiari e presenti nel suo cervello in ogni momento.
Non serve a niente che il papà gli vieti di vedere i catoni alla mattina se sua mamma ogni tanto glielo consente. E’ importante che i genitori siano allineati, giochino nella stessa squadra e decidano regole da far rispettare entrambi allo stesso modo. Anche l’eccezione alla regola deve essere sempre il frutto di un accordo condiviso. E’ molto rischioso che il bambino percepisca che una cosa che un genitore gli vieta, l’altro invece gliela consenta. Così facendo, entrambi i genitori perdono di credibilità agli occhi del bambino e lo “sgarro” alla regola sarà ricercato continuamente. O peggio ancora, la regola stabilita non sarà neppure tenuta troppo in considerazione, dal momento che i genitori stessi sono i primi a non essere capaci di farla rispettare.
Il segreto per stabilire limiti in modo efficace consiste in parte nel mantenersi entro i confini della tranquillità. Quando i genitori urlano o si innervosiscono, nel cervello del bambino si attiva un’aerea che prescinde completamente dalla zona della corteccia cerebrale preposta a gestire i limiti. In questi casi quindi il bambino non sarà in grado di ascoltare, capire, imparare quello che stai cercando di insegnargli.
Una delle cose più importanti quando guidiamo qualcuno è che quella persona abbia fiducia nel fatto che sappiamo dove la stiamo portando. Se tuo figlio vede che per te è chiaro quello che può e non può fare, si sentirà più tranquillo e più motivato nel seguire le regole che gli indichi. Ci saranno meno discussioni tra voi, perchè gli sarà chiaro che non è facile farti cambiare idea
Quando il limite viene posto con affetto, il bambino capisce alla perfezione che non si tratta di un attacco o una provocazione contro di lui, ma semplicemente di una regola che si deve rispettare. Il suo grado di frustrazione sarà in questo modo mitigato.
Detto questo, io personalmente mi sento “adeguata” solo sui punti 4, 6 e 7, mentre in tutti gli altri scarseggio. Rileggendo queste sette regole d’oro, ho notato che possono essere efficaci anche se le applichiamo nelle relazioni con gli adulti, soprattutto quelli un po’ infantili o con caratteri difficili da trattare.
Dovessi darmi una pagella rispetto a queste sette regole, potrei essere generosa e regalarmi un 6+ di incoraggiamento…e voi?
Il libro lo trovi qui